BASILICA DI SANTA SABINA ALL' AVENTINO
La cerimonia avrà luogo alle ore 17:00 del giorno 15 giugno 2014,
nella Basilica di Santa Sabina a Piazza Pietro d'Illiria 1, Roma.
Fondata da Pietro, prete di Illiria, tra il 422 e il 432, su di un antico "Titulus Sabinae" sorto probabilmente nella casa di una matrona Sabina che finì poi per identificarsi con la omonima santa umbra.
Il papa Onorio III, nel 1222, la donò a San Domenico per il suo Ordine e fu in quella occasione che il campanile ed il bel chiostro furono realizzati.
E al ricordo di Domenico sono legate due curiosità relative a questa chiesa. Nel chiostro si trova una pianta di arancio dolce, secondo la tradizione domenicana piantata nel 1220 da Domenico, che in questa chiesa visse ed operò e nella quale ancora oggi si conserva la cella, trasformata in cappella. Si racconta che Domenico avesse portato con sé un pollone dalla Spagna, sua terra d'origine, e che questa specie di frutto sia stato il primo ad essere trapiantato in Italia. L'arancio - visibile dalla chiesa attraverso un buco nel muro, protetto da un vetro, di fronte al portale ligneo - è considerato miracoloso perché, a distanza di secoli, ha continuato a dare frutti attraverso altri alberi rinati sull'originale, una volta seccato. La leggenda vuole che le cinque arance candite, donate da Caterina da Siena a Papa Urbano VI nel 1379, siano state colte dalla santa proprio da questa pianta.


Seguirono altri restauri, fino alla trasformazione interna del 1587 per opera di Domenico Fontana. Negli anni delle due guerre mondiali si procedette al totale ripristino della chiesa, tanto che attualmente rappresenta il tipo più perfetto di basilica cristiana del V secolo. La facciata, che è preceduta dall'atrio, è ad arcate, sostenute da quattro antiche colonne di marmo scanalate a spirale e da quattro di granito, nelle quali sono raccolti frammenti lapidei, sarcofagi di età imperiale e resti di antiche transenne. Il portale mediano della chiesa, che ha un bel contorno marmoreo di età classica, è chiuso da preziosi battenti di porta in legno di cipresso, riproducenti in rilievo scene dell'Antico e del Nuovo Testamento.
L'interno basilicale, luminoso, vasto e solenne è diviso in tre navate da ventiquattro colonne scanalate corinzie. Della originaria decorazione del V secolo resta solamente una grande fascia a mosaico con un'iscrizione a belle lettere d'oro su fondo azzurro, che porta i nomi di Pietro di Illiria e del papa del tempo, Celestino I.
É l'unica chiesa che ebbe il privilegio di possedere una fonte battesimale.
Il papa Onorio III, nel 1222, la donò a San Domenico per il suo Ordine e fu in quella occasione che il campanile ed il bel chiostro furono realizzati.
E al ricordo di Domenico sono legate due curiosità relative a questa chiesa. Nel chiostro si trova una pianta di arancio dolce, secondo la tradizione domenicana piantata nel 1220 da Domenico, che in questa chiesa visse ed operò e nella quale ancora oggi si conserva la cella, trasformata in cappella. Si racconta che Domenico avesse portato con sé un pollone dalla Spagna, sua terra d'origine, e che questa specie di frutto sia stato il primo ad essere trapiantato in Italia. L'arancio - visibile dalla chiesa attraverso un buco nel muro, protetto da un vetro, di fronte al portale ligneo - è considerato miracoloso perché, a distanza di secoli, ha continuato a dare frutti attraverso altri alberi rinati sull'originale, una volta seccato. La leggenda vuole che le cinque arance candite, donate da Caterina da Siena a Papa Urbano VI nel 1379, siano state colte dalla santa proprio da questa pianta.

Seguirono altri restauri, fino alla trasformazione interna del 1587 per opera di Domenico Fontana. Negli anni delle due guerre mondiali si procedette al totale ripristino della chiesa, tanto che attualmente rappresenta il tipo più perfetto di basilica cristiana del V secolo. La facciata, che è preceduta dall'atrio, è ad arcate, sostenute da quattro antiche colonne di marmo scanalate a spirale e da quattro di granito, nelle quali sono raccolti frammenti lapidei, sarcofagi di età imperiale e resti di antiche transenne. Il portale mediano della chiesa, che ha un bel contorno marmoreo di età classica, è chiuso da preziosi battenti di porta in legno di cipresso, riproducenti in rilievo scene dell'Antico e del Nuovo Testamento.
L'interno basilicale, luminoso, vasto e solenne è diviso in tre navate da ventiquattro colonne scanalate corinzie. Della originaria decorazione del V secolo resta solamente una grande fascia a mosaico con un'iscrizione a belle lettere d'oro su fondo azzurro, che porta i nomi di Pietro di Illiria e del papa del tempo, Celestino I.
É l'unica chiesa che ebbe il privilegio di possedere una fonte battesimale.
Di recente, alcuni lavori di restauro condotti nell'atrio hanno riportato alla luce un dipinto murale raffigurante, secondo l'iconografia greca, la Vergine con Bambino, affiancata da un lato dai SS. Pietro e Paolo, e dall'altro da Santa Sabina e Santa Serafia che introducono i committenti.
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michele&rossella
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